"Cuono Gaglione" di Aniello Montano

 

Grazie alla cortesia di Madame Banotti, questore responsabile per le questioni artistiche e culturali del Parlamento Europeo, Cuono Gaglione espone a Bruxelles. Su proposta dell’eurodeputato Roberto Bigliardo, le opere di Gaglione sono state visionate e accolte per una esposizione di alto valore artistico in una sede di così grande prestigio. E’, questo, un meritato riconoscimento per un artista che, pur tra mille difficoltà, ha mantenuto fermo il suo impegno nel campo della cultura e la sua fedeltà ad uno stile pittorico. Gaglione dipinge da quasi quarant’anni. E da altrettanti anni è pittore figurativo. Non si è mai lasciato incantare dalle sirene dell’ultramodernità. Non ha mai ceduto alle lusinghe psicologistiche ed istintuali dell’informale o dell’astratto. Non ha mai creduto che la scomposizione della realtà, fino ad arrivare al puro segno o al semplice schizzo cromatico, potesse dire e dare più della restituzione di un’immagine reale filtrata attraverso l’intimo e personale ripensamento, carico di sonorità emotive e passionali.Ed è proprio la tensione emotiva e passionale la cifra che connota la pittura di Gaglione. Egli sente il mondo reale (degli oggetti e degli scorci paesaggistici) e le figure umane nella tonalità pratica che gli è propria. Non li avverte quali realtà chiuse in una loro dimensione semplicemente esteriore, quasi a vederle fosse un occhio capace di cogliere soltanto le pure geometrie delle forme oggettive. Li avverte già come realtà cariche di umori passionali, di sentimenti fortemente sentiti e vissuti. Una figura umana, nella pittura di Gaglione, non è una pura e semplice forma, rubricabile sotto la categoria della “cosalità”, appartenente alla mera esteriorità. E’, invece, un’immagine trasfigurata dal sentimento che l’artista vi ha incorporato e che, perciò, diventa il simbolo vivente e pulsante della tensione emotiva e pratica dell’artista.I paesaggi e le figure di Gaglione, perciò, non sono mai astrazioni ricavate da una memoria puramente visiva e fattuale. Sono sempre espressione di un vissuto e, perciò, contestualizzate in un tempo e in un luogo. Hanno sempre ancoraggi ben definiti a fatti ed eventi, accaduti in un certo luogo e in un determinato momento storico.Le tele in mostra in questa magnifica e prestigiosa sede, gentilmente offerte dalle Autorità europee, sono il racconto di un momento particolarissimo della storia del Mezzogiorno d’Italia. Un momento centrale: quello dell’espansione del Regno sabaudo e della sua trasformazione in Regno d’Italia, a seguito dell’annessione di altre realtà statuali della Penisola, Regno delle due Sicilie compreso.Gaglione, pittore socialmente impegnato da sempre, dedica la sua arte alla rivisitazione di questo snodo della storia in chiave decisamente antisabauda. E se nella mostra dedicata a “Sirene, Ninfe e miti delle due Sicilie” aveva assunto a simbolo della Magna Grecia per lo più figure di donne (ninfe e sirene, appunto), in questa dedicata ai “Preziosi delle due Sicilie” ha scelto figure tipiche della emarginazione sociale e politica all’interno della realtà meridionale post-unitaria: briganti, emigranti, contadini. E’ l’epopea degli esclusi, di quanti non vollero, non seppero né poterono riconoscersi nella nuova realtà statuale. Sono queste figure, fiere e sofferenti ad un tempo, a rappresentare l’attaccamento istintivo e passionale di Gaglione al Sud d’Italia, a quel Sud che egli, in linea con una certa ritornante storiografia, continua a chiamare il Regno delle due Sicilie. Tanto questa dizione che le figure prescelte sono, però, l’aspetto esteriore, puramente intellettualistico, la cornice della tensione artistica e del fare pittorico di Gaglione. Fuori ed oltre la sua lettura della storia e del destino di alcuni gruppi sociali dell’Italia Meridionale, c’è, invece, il pittore che sente il colore come linguaggio espressivo privilegiato, capace di parlare all’intelligenza passionale e all’appassionata razionalità dell’uomo. Che sente la pittura come modo di esprimere, in forme immediatamente comprensibili, la tensione pratica, i sentimenti profondi, il radicale attaccamento alla terra in cui si è nati, alla società in cui ci si è formati e di cui ciascuno avverte, incancellabile, il fascino maliardo e pervasivo. Il Mezzogiorno d’Italia, con i suoi paesaggi e le sue figure topiche, fisse, quasi scolpite nella memoria storica, è il vero protagonista della pittura di Gaglione. L’artista riflette su questa realtà con la più viva e sentita partecipazione. Con il suo occhio acuto e penetrante scruta e indica il malessere atavico che la investe, la marginalità della sua condizione attuale. E, con la nobiltà dei suoi sentimenti e la forza della sua arte, tenta di riscattarla, di riconsiderarla in una chiave ideale. Ne risulta una rappresentazione sincera, autentica, carica di una tensione affettiva e di una partecipazione emotiva propria di chi avverte una sorta di identificazione tra il proprio vissuto e la sorte del proprio ambiente storico. Sulle tele si moltiplicano scene e personaggi, amorevolmente e simpateticamente custoditi nel profondo della propria memoria ed eletti a simbolo del legame con le proprie radici. Ecco perché, accanto alle figure di contadini, briganti ed emigranti, compare ripetutamente l’immagine di Pulcinella; di quel personaggio mitico che racchiude in se“penuria di beni” e “ricchezza di talento”, i simboli tradizionali, più accreditati, della condizione storica del Mezzogiorno e delle capacità dei suoi figli.In queste tele, il tocco è leggero, sfumato, leggermente opacizzato, quasi a rendere la malinconia, dolce e sofferente, della distanza: che, però, è distanza di tempo e di situazioni storiche, mai di emozioni e di profondo sentire.La mano sicura dell’artista, giunto ormai al vertice della sua maturità pittorica, sa instaurare all’interno della campitura della tela un sottile gioco dialettico tra il vicino e il lontano, tra il chiaro e lo scuro, tra lo sfondo e la  figura da fare emergere.Quella di Gaglione è pittura delicata, composta e serena, anche nella denuncia sociale e nella rappresentazione del dolore. E’ pittura maturata nella macerazione interiore e approdata a una lirica felicità espressiva.

 

"Un pittore del Sud" di Lorenzo del Boca

 

Non cerca l'effetto facile per piacere a tutti i costi. Cuono Gaglione è pittore di intelligenza metafisica. I suoi lavori si portano dentro il tormento e la fatica di una terra straordinaria che sembra sempre troppo bella per essere valorizzata.L'arancione richiama i tramonti infuocati che si vedono in riva al mare quando il sole si tuffa nelle acque agitate degli orizzonti. Il giallo ripropone le spighe di grano che si fanno bionde nelle campagne dell'entroterra. Il marrone viene dalle zolle di terra matura, aperte dagli aratri e - quasi - ferite ma già disposte a ricevere i semi da far fruttificare.Infine il rosso. Il rosso è quello del sangue che i meridionali hanno dovuto versare per non venire meno alla loro dignità. Squartati, massacrati, offesi, torturati, crocefissi, impiccati. Una strage che è anche un'offesa perché non è stata pianificata da un esercito straniero (cosa disdicevole ma comprensibile) ma dai "fratelli liberatori" - i piemontesi dei Savoia - scesi con l'aria di unificare un paese e risoltisi a propagandare progresso e modernità a schioppettate. I "fratelli liberati" si sono trovati sotto il tallone di connazionali colonizzatori: avidi, spietati, insensibili, lontani dalla cultura e dalla comprensione di questa gente.Il rosso di Cuono Gaglione si porta dentro la sofferenza e il dispetto, di un popolo ingannato e deluso. E nel rosso tenta di riproporre una memoria strabica che - sembra - si ricorda di qualche brano di storia, ma dimentica tutto il resto: sì a Calatafimi, a Castelfidardo, a Volturno, ma no - chissà perché - a Gaeta, Messina, Civitella del Tronto.Pittura che gronda simboli, impegnata, risoluta nello stile e di esplicita denuncia. Un pittore del Sud." .

 
"Alcune riflessioni sulla Meridionalità artistica di Cuono Gaglione" di Giuseppe Baggione

 

Nel panorama artistico internazionale, Gaglione con le sue rappresentazioni pittoriche è collocato nei posti privilegiati fra i tanti Artisti che hanno descritto, con il loro fare pittorico le straordinarie meraviglie del Sud.Gaglione ha scelto un cofanetto, dove ha deposto le gemme del Meridione della sua lunga esperienza Artistica, ma anche come uomo ha dedicato parte della sua vita impegnandosi nel sociale.Così alcuni critici, hanno voluto esprimere il grande amore che Cuono Gaglione serba nel cuore per la gente meridionale e per il Sud.Tra i rappresentanti della pittura contemporanea, Gaglione si distingue per la sua capacità di indagare nel profondo dello spirito e di evocare immagini e sentimenti che fanno parte del nostro vivere quotidiano. Al di là di ogni ricerca stilistica, di ogni velleitario avvenirismo, di ogni sperimentazione priva di riscontri, egli sa cogliere l'essenziale, sa creare la poesia dei colori e il ritmo del disegno in un avvicendarsi di «mondi», reali e fantastici che sono per lui nello stesso tempo mezzo e fini di un'arte priva di fronzoli, capaci di piegarsi alle più intime esigenze, di elevarsi a valore di simbolo, di essere monito, denuncia, indagine sociale e psicologica. La sua poetica del pulcinella, patetico rappresentante di un’umanità dolorante e insoddisfatta, è denuncia ma anche ricerca ansiosa di un mondo diverso, dove sull’aridità del reale appare la luce dell'ideale nel perenne fluire di vicende ricorrenti. I suoi colori sono forti, decisi, mediterranei, le sue tematiche semplici, chiare; l'uomo, la terra, la natura, l'ambiente con i loro «chiaroscuri» con la loro dolorante esperienza domina.Gaglione è pittore vero, maturo, perché lo ha maturato nel suo intimo una grand’umanità, e sa essere umile come un discepolo, ma anche grande come un maestro.

 
"Cuono Gaglione e l'immagine informale" di Reno Bromuro

 

Ad un primo esame i quadri di Cuono Gaglione rivelano immediatamente come ci si trovi di fronte ad un'artista prevalentemente lirico, apprezzato dagli altri pittori. Prendiamo ad esempio la prima tela che ci capita sottomano: «Donne del Sud», la straordinaria energia generata dalle immagini in decomposizione, come fosse un annuncio alla civiltà, che la donna del Sud, «quella» abituata a camminare a testa bassa, che ha le spalle curve per il troppo lavoro, stia scomparendo e dalla materia scaturisca la nuova donna; anche se per il maestro Gaglione non hanno ancora un volto ben definito. Questa tela e «Mietitori», richiamano molto la «Scuola Romana» di Mafai, di Scipione, di Mazzacurati di Caputi, ecc… hanno nella rarefazione dell’informalità delle figure e nella compattezza colorica, una nota di spiritualità moderna e modernamente sentita senza sentimentalismi, o lacrime d’alambicco per commuovere il visitatore.Circa gli altri dipinti esposti in questa mostra dei suoi lavori più recenti, rivela inoltre una serietà ed un livello d'impegno tali da rendere la sua un'arte duratura. Ugualmente in accordo con le esigenze dell'arte autentica sono l'austerità dei soggetti, un'esecuzione caparbia al limite del brutale e la gamma dei colori deliberatamente ristretta: ecco la novità che lo sgancia dall’informalità della «Scuola Romana» lì, si rappresenta il disfacimento di una società, evolutasi nel ricordo della gloria passata, per volere di una volontà totalitaria; qui, invece, dalle macerie del disfacimento culturale di un certo ceto del Sud si vuole riformare, impastare direi, come Dio Adamo, l’orgoglio del Sud.Gaglione non fa nulla per farsi rifiutare o accettare, né muove un dito per piacere usando immagini seducenti, nella loro formazione, o colori allettanti, la durezza del suo approccio crea un'intensa ma controllata attrazione, la cui immobilità infonde un senso di trance; nelle sue tele non c’è stasi, o sospensione del flusso naturale, introduce nelle figure non la passività elegiaca della sconfitta a prima vista ma, sotto sotto, gli echi perturbanti di un possedimento spirituale e ottimista.La sua è, in breve, un'opera d'esplorazione architettata dalle forze statiche che precedono il subbuglio e l'esplosione di un cambio, questo traspare dalla sistemazione delle maschere:«maschere e uomini mascherati», come si vede in «Monumento».Afferma Aniello Montano che «Gaglione è  dotato di una vocazione autentica, di quelle che pervadono ed impegnano tutta la tensione spirituale senza consentire distrazioni o temporanei disimpegni, Cuono Gaglione da anni lavora alacremente, con un entusiasmo che si spinge fino al sacrificio, per affinare la sua tecnica ed adeguarla al livello della sua ispirazione artistica».La rappresentazione delle figure e delle immagini della «Cascata», della «Periferia» e altre tele qui rappresentate, sembrano indefinibili eppure sono in continua trasformazione; sotto colori e infuocate superfici permettono di rimanere affascinati, colpiti da non permettere assolutamente, a queste immagini in formazione di abbandonare la mente mentre altre, come ho scoperto io stesso, s’insinuano gratuitamente nel ricordo anche parecchio dopo la visione iniziale. La fusione dei rossi dei terra di Siena, dei marroni terragni impartiscono una riflessione di tipo kafkiano che possiede una potenza quasi elettrica. Quello che Cuono Gaglione raffigura nei suoi dipinti è inequivocabilmente legato al dissolversi dell'identità e del significato, temi fondamentali della nostra epoca.Il punto di riferimento della sua serietà consiste nel come faccia fronte alle accasciate certezze e alle anomalie della consapevolezza odierna rigettando le «pallose» apparenze della normalità e delle loro maschere, toccando l'orrore della vacuità individuale. Quest'apparente contraddizione è risolta dal fatto che le «Donne del Sud» sembra siano un rifiuto, piuttosto che un omaggio alla sua terra alle sue compaesane, e ciò nonostante l'ovvio rispetto che Gaglione ha per l'opera del pittore. In effetti, l'importanza di questi quadri, a parte la loro natura, è data dal fatto che è sia un'espressione d’apostasia che una dichiarazione di una posizione esistenzialista del tutto opposta. Nella composizione delle figure che dall’informalità raggiungono la perfezione del pensiero metafisico, che guida inconsciamente l’artista, vi è la visione di una vita, che per noi può apparire senza valore, ma che Gaglione fa avanzare ulteriormente il principio della sostituzione perpetua. Da questo lui ha costruito un dialogo antifone che spiega buona parte della prolungata tensione del suo lavoro. Ciò traspare particolarmente, a mio avviso, dai dipinti più potenti, dove la propulsione è stata accumulata e distillata rispetto a quelle immagini composte con più rapidità. A conclusione di queste brevi mie note vorrei solo aggiungere che i quadri di Gaglione confermano una mia vecchia teoria secondo la quale il futuro della pittura contemporanea avrà inesorabilmente come base una maggior codificazione, destinata ad un pubblico più erudito. In questo senso il lavoro Cuono Gaglione è di un’infiammabilità unica ed è suscettibile d’ampliamento e studio infiniti.

 

"Cuono Gaglione" di Maria Giovanna Tumino

 

Mi trovo a presentare le nuove opere di Cuono Gaglione per questa mostra sui preziosi delle Due Sicilie, e ritengo estremamente interessante seguire il percorso artistico di un pittore così legato ad una realtà che è insieme geografica e viscerale, di appartenenza alla propria terra, ma che non ne ha vincolato e ostacolato l’iter. Quando parliamo di arte contemporanea in Italia spesso dobbiamo parlare anche di una realtà provinciale, in questo caso vedendo il legame tra l’artista e la sua terra, di nascita e di adozione,  sembrerebbe quasi ovvio tornare a parlare di arte provinciale, ma penso che questo legame sia il punto di partenza e la ricchezza della pittura di Gaglione, non un vincolo o un limite. Un percorso lungo quaranta anni, durante i quali l’artista sperimenta diversi metodi espressivi, diverse tecniche, dall’olio all’acrilico, dall’uso di una materia pittorica incrostata di conchiglie o merletti ai fondi d’oro di sapore medievale. L’iter creativo del nostro artista passa attraverso la sperimentazione e le grandi avanguardie, dalle origini di ogni autore italiano che si è formato in Italia troviamo il Rinascimento, ma  possiamo leggere i segni dell’impressionismo, dell’espressionismo, possiamo riconoscere una storia artistica che ci conduce dalle pennellate di Guttuso, alle composizioni che richiamano Mafai e la scuola romana, dalla materia pittorica spessa di sapore informale, alle riflessioni sul Neo Dada e alla pop art, ai decollages di Rotella. Ma il percorso che conduce Gaglione alla sua pittura di oggi, pur attraversando i temi della storia dell’arte dei nostri tempi, è peculiare e suo proprio, la lettura della pop art in chiave mistica ed ancorata alla realtà sembra quasi una provocazione ai soggetti giocati sull’effimero del Neo Dada e della pop art ( Omaggio a padre Pio e Madre Teresa). Le immagini reiterate di Pulcinella quasi simbolo del suo paese natale si accompagnano ai paesaggi bruciati dal sole della terra in cui l’artista ha scelto di vivere, le dolenti immagini di donne il cui volto nasce da immediate pennellate  è dolente e quasi scuro in contrapposizione alla luce della natura retrostante, ad enfatizzare ulteriormente questo travaglio (Il Sud, Omaggio a Vittoria, Mercato). Ogni siciliano, ogni meridionale è visceralmente legato alla propria terra ovunque viva e la ama in un modo che a volte è difficile spiegare, quel dolore alla separazione, alla partenza quel senso di ritorno al grembo materno all’arrivo, e non sono gli affetti il legame ma il nostro essere stati generati da quella terra da quella strana madre, di terra, di mare, di rocce e di sole, un sole abbacinante che noi impariamo a sentire e percepire da sempre, che è anche l’unico che percepiamo come tale, quella stessa luce che pervade le opere di Gaglione, quella stessa luce che a Gibellina ha cambiato la pittura di Toti Scialoja.Gaglione oltre all’amore per la terra natia ha anche quell’orgoglio che lo spinge verso il bisogno di denuncia per ciò che avvenuto, per ciò che la sua terra ha dovuto subire, per ciò che dopo il 1861 le Due Sicilie non più regno sono diventate, e le sue linee i suoi colori abbacinanti come la luce del sud e cupi come il suo buio ed il suo silenzio, dipinge anime straziare e strappate, costrette a fuggire a cercare altrove di cui vivere senza un motivo reale, ma solo a causa di un saccheggio, costrette a nascondersi nell’illegalità, questi i temi forti che hanno portato il nostro artista a questa stagione creativa, temi che gli sono propri da sempre ma che in questa fase del suo lavoro sono ancora più evidenti.La pittura di Gaglione così come il suo autore è visceralmente legata alla terra che l’ha generata, i colori, la luce, richiamano l’elemento naturale ma anche la tradizione della ceramica dalle arabe ascendenze di Caltagirone, il blu del mare, il giallo del sole, la terra, i colori della tradizione, i colori della terra del Sud. Il giallo, il colore del sole nelle nuove ricerche dell’artista supera il pigmento e diventa oro, prezioso, antico, secondo la tecnica di Masaccio e Beato Angelico, è insieme fondo quasi medievale e luce moderna per la tela.

 

 

"Cuono Gaglione e l'amore per il Sud" di Stefania Longo

Quando si guardano le opere di Cuono Gaglione, si vede immediatamente quanto è forte il suo amore per il Sud-- la nostra terra che è stata negata dalla storia recente ma che sta avendo il proprio "risorgimento". Questo "risorgimento meridionale" è un risorgimento della propria arte e letteratura che mostra al resto del mondo che il Meridione è una terra di progresso com'è la terra promessa per migliaia di persone. L'arte di Cuono Gaglione serve ad essere un esempio meraviglioso del risorgimento del Sud; i suoi dipinti richiamano il passato glorioso della nostra terra ma sono anche un simbolo del suo futuro. Grazie a Cuono Gaglione, le bellezze e le meraviglie del Sud viste attraverso i suoi dipinti saranno esposti al Parlamento Europeo a Bruxelles questo novembre.

 

"Cuono Gaglione" di Renato Civello

I personaggi che raffigurano i «pulcinella» di GAGLIONE non sono un mito o una memoria letteraria, ma una sofferta nostalgia armonica. Sono rivisitati peraltro, con una pittura che tiene conto, in ordine alla preliminare esigenza di una corretta morfologia, degli approdi più attendibili del figurativo.

 

"Oscillazione pittoriche tra il quieto e il tempestoso e alcune riflessioni sulla meridionalità artistica di Cuono Gaglione" di Giuseppe Baggione

Nel panorama artistico internazionale, Gaglione con le sue rappresentazioni pittoriche è collocato nei posti privilegiati fra i tanti Artisti che hanno descritto, con il loro fare pittorico le straordinarie meraviglie del Sud.Gaglione ha scelto un cofanetto, dove ha deposto le gemme del Meridione della sua lunga esperienza Artistica, ma anche come uomo ha dedicato parte della sua vita impegnandosi nel sociale.Così alcuni critici, hanno voluto esprimere il grande amore che Cuono Gaglione serba nel cuore per la gente meridionale e per il Sud.Tra i rappresentanti della pittura contemporanea, Gaglione si distingue per la sua capacità di indagare nel profondo dello spirito e di evocare immagini e sentimenti che fanno parte del nostro vivere quotidiano. Al di là di ogni ricerca stilistica, di ogni velleitario avvenirismo, di ogni sperimentazione priva di riscontri, egli sa cogliere l'essenziale, sa creare la poesia dei colori e il ritmo del disegno in un avvicendarsi di «mondi», reali e fantastici che sono per lui nello stesso tempo mezzo e fini di un'arte priva di fronzoli, capaci di piegarsi alle più intime esigenze, di elevarsi a valore di simbolo, di essere monito, denuncia, indagine sociale e psicologica. La sua poetica del pulcinella, patetico rappresentante di un’umanità dolorante e insoddisfatta, è denuncia ma anche ricerca ansiosa di un mondo diverso, dove sull’aridità del reale appare la luce dell'ideale nel perenne fluire di vicende ricorrenti. I suoi colori sono forti, decisi, mediterranei, le sue tematiche semplici, chiare; l'uomo, la terra, la natura, l'ambiente con i loro «chiaroscuri» con la loro dolorante esperienza domina.Gaglione è pittore vero, maturo, perché lo ha maturato nel suo intimo una grand’umanità, e sa essere umile come un discepolo, ma anche grande come un maestro

 

"Cuono Gaglione" di Carmelo Arezzo

Al centro della stia riflessione sono i drammi del Meridione, per simboli riassunti nell’immancabile presenza della cupola d’Acerra (riferimento nostalgico ad un'altra dimensione esistenziale) e nel protagonismo silenzioso melanconico e rasserenante ad un tempo di candidi Pulcinella, chiamati a rappresentare la condizione meridionale nel nostro tragico tempo di rinunce e di crisi, d’arretratezze e camorre. E questa realtà che trova in Gaglione un cantore fortemente partecipativo, sia pure in bilico tra razionalità e l'istinto, ha il suo nume tutelare nella rievocazione (che data, per amore di verità, a prima della morte) della figura e del volto del grande Eduardo De Filippo; uno sguardo, un atteggiamento, una gestualità appena percepibile, la saggezza di un poeta della memoria e del riscatto di un popolo che non sempre gli è stato sinceramente vicino.Ma se questa, fatta di volti sofferenti e di catene inanimate di dolore, è la pittura più autentica di Gaglione, egli riesce anche a vivacizzare il suo percorso pittorico, ricostruendo la realtà coloratissima dei nostri pescatori, déi nostri ambienti popolati di case e di tetti, dalle nostre tavole imbandite - poveramente ma orgogliosamente - di colori e di sapori.

 

"Cuono Gaglione" di Attilio Sigona

Identificare un artista da stilemi tecnici, da ricorrenti tematiche, dai colori, dallo sfumato, assegnare immediatamente un nome ad una tela non dipende in via esclusiva dalla capacità o dalle conoscenze dell'intenditore o dell'amatore, quanto dall'artista stesso, dal possesso di una personalità ben spiccata. Più che l'acquisizione e l'assimilazione di precise tecniche, compositive è la personalità artistica ad emergere e a determinare una costante compositiva che sigla e sigilla ogni e qualsiasi produzione pittorica.Ciò mi accade di costatare per le tele di Cuono Gaglione. La tensione interiore dello slancio al di fuori dello spazio reale, pur restando entro i confini del reale, si evidenzia nella costante grafica delle circonferenze che slargano e racchiudono; la socialità ed umanità sono traditi dalla pensosità dei volti dei vecchi, dalle curve meditazioni delle sue donne dalla contorsione dei suoi Pulcinella. Già... Pulcinella, personaggio legato alle tradizioni della terra natale di Gaglione, personaggio del Sud, interprete della gioiosità che nasconde la sofferenza degli stenti, delle ingiustizie ataviche, delle ribellioni interiori sempre sopite dall'adattamento a circostanze storiche di compromessi umilianti. Gaglione, uomo del suo tempo, del nostro tempo, macera in sé il dramma dell'uomo del Sud e lo ritrasferisce in Pulcinella, che trascende il mero significato allegorico e simbolico per apparire sulle tele com’entità reale di un popolo, di una, di mille aspirazioni. C'è anche il Pulcinella che legge il giornale, che nel giornale s’identifica, che cerca riscatto nella verita’ piu’cruda e schietta che  è quella della cronaca quotidiana.



 

"Cuono Gaglione e il sud d'Italia «Megàle Hellàs»" di Danilo Caruso

 

Una tendenza all'adeguamento formale verso modelli di cultura classici - tensione che parzialmente si ifa a tematiche mitologiche - si presenta nelle tele di Cuono Gaglione. Questo spirito di " grecità " si manifesta in due modi:
1) da un lato per mezzo della rappresentazione di puntualizzazioni naturali non umane (per esempio gli agrumi) nella loro versione spontanea ed armonica con tutto il resto delle cose, e per mezzo delle figure femminili che compaiono accompagnate da quella grazia e da quell'equilibrio dinamico già canoni del bello nella matura statuaria greca;
2) dall'altro lato attraverso la rivisitazione del motivo dell'identità culturale, tema che fu nell'antichità il caposaldo sociale dei popoli ellenici pur nella loro letterale divisione politica. La dedica a Salvatore Giuliano di un ciclo pittorico ha proprio quest'ultimo significato: rievocare il valore di una autonomia "nazionale" siciliana dal confronto con gli eventi ed i personaggi di quei tempi, nei quali Giuliano è interpretato come novello Robin Hood e la controversa vicenda di Portella delle ginestre assurge a momento indelebilmente paradigmatico.
Da ciò che è stato il retaggio culturale greco-classico, oltre a spunti di estetica, l'artista riprende il concetto più nobile: quello della libertà, la libertà ed il diritto delle genti ad autodeterminarsi in corpi sociali che non siano soggetti ad ingerenze esterne.
È come se in un ricorso storico fossero rivissute nuovamente le passioni intellettuali che furono al centro dell'attenzione all'epoca delle guerre dei Greci in favore della propria indipendenza contro i Persiani nel V ° secolo a. C.
Ma del Meridione in genere il pittore di Acerra (trasferitesi in Sicilia negli anni '70) riprende molteplici aspetti che ne costituiscono l'essenza più profonda radicata nel territorio. Rilevante è la presenza dell'immagine dell'acqua (mare, laghi, sorgenti) che da ispirazione a raffigurazioni naturalistiche o mitologiche (sirene, ninfe), o delle attività pratiche connesse (per esempio la pesca).
La Grecia classica definì il sud d'Italia «Megàle Hellàs» («Magna Grecia», da cui la Sicilia era geograficamente distinta): Gaglione riconosce questa comune dimensione marina dell'essere circondati dalle acque.
Più appariscente su questa linea di attaccamento alla terra può apparire la maschera di Pulcinella -più volte rappresentata -, però questo non offusca il fatto che altresì gli stessi prodotti della natura (limoni, arance, etc.) si pongano alla luce di questo medesimo angolo interpretativo.