Rassegna stampa

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Domanda dal giornalista: Tra i punti salienti della tua carriera c'è il tuo passaggio a Napoli, dove per duestagioni sei stato scelto il miglior centrale destro della Serie A. Hai ancora il quadro che ti ha fatto il pittore Cuono Gaglione, che ha dipinto anche Maradona, per quel gol contro la Lazio?
Che bel ricordo il quadro che mi regalò il Maestro. Certo che lo conservo qui in Italia. E che lo porterò sempre dove andrò. Quel gol non me lo dimentico più. Stavamo lottando per entrare nella Champions, proprio con la Lazio, e giocavamo a Roma. Perdavamo 1-0 e ci si complicava. Finché non ho avuto la fortuna di fare quel gol e ci siamo classificati. Sia per i tifosi del Napoli che per noi fu un risultato importantissimo, ma non immaginavo che quel gol potesse essere dipinto nel modo in cui lo fece il Maestro, che ebbe persino la generosità di portarmi quel quadro a casa mia. A Napoli ho vissuto emozioni incredibili, avevamo una grande squadra, abbiamo raggiunto una Coppa Italia, e quel gol e quel gesto del Maestro, non me li dimenticherò mai.

 

 

 

 

Particolare attenzione merita il quadro dedicato da Gaglione a Diego Armando Maradona.
È il 9 novembre 1986 e il Maestro - come narra lui stesso - si è chiuso nel suo studio a dipingere mentre ascolta la partita attraverso la radiolina.
Il Napoli fino ad allora non aveva ancora vinto nulla, mentre la Juventus era già al suo ventiduesimo titolo conquistato. Una partita difficile dunque.
Al 5’ i sogni del Maestro paiono infrangersi perché la rete del Napoli viene violata.
Ventitré minuti dopo, il pareggio e, solamente dopo altri sessanta secondi, la squadra partenopea passa in vantaggio.
Nel secondo tempo la vittoria definitiva per uno a tre.
Nessuno di quei gol è di Maradona, ma la gioia di Gaglione che vedeva, a ragione, nel calciatore argentino colui che sarebbe stato l’artefice della vittoria del Napoli, esplode ed inizia a dipingere.
Febbrilmente inizia a lavorare e, in poco tempo, termina “E fu festa - Omaggio a Diego Armando Maradona” e decide che quella tela va regalata al giocatore stesso.
Racconta Gaglione che, dopo aver preso un appuntamento tramite la segretaria, parte dalla Sicilia (in cui all’epoca risiedeva) alla volta del capoluogo campano.
L’appuntamento è fissato alla vigilia di una partita molto delicata, Napoli-Inter.
Gaglione e suo figlio Michele arrivano dunque ai cancelli del campo Paradiso e qui vengono ricevuti dall’addetto stampa della Società che riferisce loro che, purtroppo, Maradona si trova in ospedale a causa di un infortunio e che non li avrebbe potuti incontrare.
Dice Gaglione in un’intervista a NapoliMagazine: “Io aspettai perché qualcosa mi diceva che Maradona sarebbe venuto. La mia attesa fu premiata perché Maradona arrivò […]”.
Di qui il passaggio del quadro al diretto interessato.
Nel 1991 dopo il noto episodio al termine di Napoli-Bari, Maradona lascia velocemente l’Italia.
E qui entra in gioco, per quanto riguarda il quadro, il suo preparatore atletico Fernando Signorini che, il 23 novembre 2020 telefonicamente da Buenos Aires, mi racconta che è toccato a lui svuotare le case italiane di Maradona ed inviare in Argentina con dei container tutti gli oggetti, mobili ed auto appartenenti al Pibe de Oro.
Maradona gli dà in dono il quadro e Signorini lo colloca nella sua abitazione a Lincoln, una città situata nella provincia della capitale argentina.
Qui, poi, le versioni si differenziano, in quanto Signorini mi narra di aver regalato, dopo anni, il quadro al Museo della Casa di Maradona de La Paternal in Calle Lascano 2257, per fa sì che tutti possano goderne la bellezza.
Alberto Pérez Martin, proprietario del Museo, in un’intervista rilasciata all’emittente televisivo argentina C5N, afferma invece che Signorini lo ha regalato al Boca Juniors che, a sua volta, anni dopo ha deciso di venderlo. Egli lo ha quindi trovato, acquistato e sistemato in bella mostra all’interno della casa-museo.
Qualunque sia la storia del quadro è comunque un’avventura di passioni e sentimenti che accomuna un cuore campano a tanti cuori argentini.
Loredana Bianchi

 

Mostra collettiva virtuale In the Name of Love- I mille volti dell'amore
Cuono Gaglione -Civiltà riaffiorate -olio su tela 100 x 100
"L'artista raffigura la suggestione dei resti di alcune bellezze scultoree e architettoniche che evocano metaforicamente la feconda ricchezza storica e artistica del mar Mediterraneo, culla prosperosa della nostra civiltà. Nel seno del patrimonio e del territorio nazionale riaffiorano le nostre antiche e nobili radici, destinate ad originare la nostra identità e a costituire il polo di riferimento cui volgere lo sguardo alla ricerca di un origine che abbia generato la totalità del mondo cui apparteniamo. Nell'elaborazione del tema trattato e nello stile lineare che caratterizza la resa architettonica del paesaggio sorge naturale e spontaneo l'accostamento con il Neoclassicismo, caratterizzato dalla riscoperta della bellezza insita nell' armonia estetica delle opere appartenenti al mondo antico, il cui bagaglio culturale si riflette nell'adesione ad un ideale estetico che risponda a dei canoni ben precisi di armonia e di equilibrio. Il modello rappresentato dal mondo classico simboleggia l'eterno e indissolubile contatto con il nostro passato e con le nostre origini, le quali costituiscono una parte importantissima di quello che siamo attualmente. Il legame con l'antichitá, troppo frequentemente abbandonato a favore di un progresso dominato da un linguaggio sterile e senza alcuna connotazione specifica se non quella connaturata alla veloce e superficiale comunicazione dei mezzi moderni, rivive simbolicamente in tutto il suo imponente splendore nella rappresentazione stilistica figurativa dei simboli del patrimonio antico ed è pervasa da un realismo lievemente trasfigurato dai toni sapientemente narrativi che sembrano trasportarci nei meandri della liricitá epica dell'Iliade e dell'Odissea, cullandoci nella dimensione narrativa che ospita racconti antichissimi di guerre e di combattimenti, di conquiste e di ricchezze, rimembrandoci che nulla di quell'immenso patrimonio, fulcro di storie e leggende, può essere considerato veramente morto o sprofondato totalmente nell'oblio nebuloso del passato.
L'opera di Cuono Gaglione è intrisa d'amore, del culto fervente e reverenziale verso le nobili radici della propria cultura. Quale amore può essere più ancestrale e profondo di quello che ci lega alla nostra stessa identità? Il legame profondo con le origini è il ventre materno che ci ha accolto e dal quale siamo stati generati, una storia resa visibile e vivente dalla mirabile rappresentazione figurativa dell'artista. "
Irene Pazzaglia
Mostra collettiva virtuale In the Name of Love - I mille volti dell'Amore
Cuono Gaglione -"Sicilia terra d'amore" -olio su tela 90 x 100
"La dolce maternità della terra quale luogo d'origine si materializza sulla tela incarnando la vastità del mare Mediterraneo, come una novella Penelope in perpetua attesa che tesse la sua tela dinanzi all'imprevedibilità dei flutti del destino e alla ricchezza del patrimonio culturale rappresentato dal mare. Il Mediterraneo è la culla della nostra cultura, il retaggio della nostra identità, che si può ben riconoscere nella civiltà a cui apparteniamo, la quale, come una madre sollecita, guida i suoi figli fornendo loro una base concreta umana e culturale e una serie di tradizioni che rimarranno sempre parte del loro cuore e del loro bagaglio affettivo. Ovunque vadano i propri figli, la madre terra resta sempre ad attenderli, consapevole di essere presente in ognuno dei loro viaggi.
Il cromatismo essenziale ma lirico di Cuono Gaglione è attraversato da scritte che ricordano frammenti di discorsi, brani di articoli di giornale le cui parole evocano lo stretto legame tra la poesia e le suggestioni della terra di Sicilia, con i suoi territori baciati dal sole, le sue donne dalla carnagione olivastra e i capelli neri, e quella nostalgia di un caldo rifugio che risuona di canti lontani. Gli echi dell'esperienza neo espressionistica (e della sua sperimentazione) vissuta dall'artista si riflettono nella libera raffigurazione dei tratti somatici, nell'abbozzo della veste imbevuta di un malinconico cromatismo azzurro, nell'accenno circolare all'immensità del mare e alle sue onde spumeggianti, le cui volute ricordano i capitelli delle colonne degli antichi e misteriosi templi. La mirabile capacità dell'artista di fondere la scarna essenzialità di un linguaggio stilistico dominato dall'essenzialità espressiva con l'appassionato omaggio alle terre del sud, del cui fascino e delle cui tradizioni Cuono Gaglione è un devoto e celebre cantore, si traduce in questa elaborazione stilistica vibrante e contenuta al tempo stesso, traboccante di dignitoso e viscerale attaccamento alle proprie tradizioni."
Scheda descrittiva dell'artista
Cuono Gaglione, artista che vanta una lunga carriera costellata di successi e di riconoscimenti, tramite l'esperienza sperimentale avvenuta in Germania con il neoespressionismo tedesco giunge all'elaborazione di uno stile caratterizzato da una profondità la cui carica espressiva arriva all'animo dell'osservatore tramite un cromatismo vivido ma ridotto all'essenziale e ad una resa scarna e stilizzata dei tratti somatici volta a rappresentare l'anima dignitosa e vivida del Meridione, nel suo volto ora giocoso, ora riflessivo e grave. È proprio questa propensione ad accogliere l'intera grandezza di un bagaglio culturale nella sua infinita ricchezza e la capacità di saperne cogliere e diffondere l'anima la caratteristica principale della poetica artistica di questo artista, la cui poliedrica maturità concettuale e stilistica è messa al servizio della solidità della tradizione.
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