"Cuono Gaglione" di Vittorio Napolitano

Le sue opere si collocano tra sogno e realtà pur sprigionando un significativo messaggio di pace, di protesta contro la guerra contro tutte le guerre, d’anelito alla vita, anche se a volte tribolata ed amara. Talché il messaggio, spesso, è corale, dettato dall'assillo della dura realtà d’oggi, minata da corruschi bagliori di guerra.

 

"Cuono Gaglione" di Mario Cagetti

Cuono Gaglione fonda la sua creatività pittorica su una buona cultura artistica che si ricollega alla stagione dell'espressionismo, mitteleuropeo, con venature di gusto francese. La figura, processo d'intimo stigma di sofferto pensiero in riflesso all'umana condizione, si collega nella narrazione con forza e armonia inténsiva e di costruzione, con segni torti, e con colori che nelle tonalità non squillanti, sui violacei e i bruni indicano meditata sentimentalità e adesione alla realtà. 

 

"Cuono Gaglione" di Domenico Pisana

All'osservatore disattento la sua pittura potrebbe apparire una retorica riproposizione di temi sociali, oggetto d’adusate riflessioni e di denunce qualunquistiche, ma in realtà l'acutezza dell’osservazione dà la possibilità di percepire l'originalità del pittore, il quale, mentre da una parte racchiude nella tela i problemi reali del nostro tèmpo, dall'altro vi accampa i suoi sentimenti, la sua carica psicologica, il suo affiato umanitario e artistico rivivendo nei Pulcinella, le sue origini, il suo desiderio di riscatto, di superamento delle ingiustizie e delle sopraffazioni, e proiettandosi, in un contesto dialettico tra reale e ideale, in un mondo nuovo, nel quale il pittore ritrova la verità semplice e luminosa, uccisa dall'odio, dalla guerra e dalla menzogna. Questi, dunque, i motivi di fondo che sembrano emergere dalla pittura di Cuono Gaglione e che ci testimoniano la sua esperienza d’uomo e la sua profonda compartecipazione e adesione alla realtà sociale...»

 

"Cuono Gaglione" di Gianni Mattioli

Più di ogni altra cosa, per un’artista o per chi abbia a che fare con i segni e le immagini, le origini o la terra natìa, sono l’aspetto più importante, affinché la propria opera abbia quel valore aggiunto che connoti una cifra stilistica o figurativa. In Cuono Gaglione, nativo di Acerra, paese dell’entroterra napoletano, e poi per sua scelta “espatriato” in terra di Sicilia, questa caratteristica ha avuto il suo valore e il suo effetto. Di un artista sono basilari, quindi, le sue emozioni, le sue scelte di vita, la scuola della strada, i suoi ideali. Mai come in questo uomo d’arte, sono i suoi ideali di Meridionalista appassionato, che lo fanno appartenere di diritto a quella categoria di artisti che trasportano la loro passione e l’affetto per la propria terra, nelle loro opere. Da qui nasce la collocazione di Gaglione nel settore figurativo, in contrapposizione, a quello dell’arte moderna, che non poteva dare l’esatta misura della scelta naturalistica del pittore. Senza peraltro risultare poco proiettato nel futuro, Gaglione afferma con la sua arte, che la natura, la passione e sentimenti si possono vedere meglio con l’occhio del passato, e della naturalezza visiva, con una modernità che non può avere uguali. E’ così che vengono fuori gli ideali e le vere pulsioni di una terra martoriata e tradita, come quella meridionale. Non a caso Cuono ha scelto di nascere e di vivere nel regno di capitali che sono la quintessenza dell’arte figurativa. Anche l’uso dei suoi colori, sono la risultante compositiva, di una realtà paesaggistica propria del Sud. E che dire dei suoi Pulcinella, maschera compaesana dell’artista, che incarna la vitalità e la voglia di riscatto di un popolo dalle fame atavica si, ma con arguzia e un’ironia intellettiva che ha dell’alta filosofia. Le maschere dei suoi pulcinella sono raffigurate pensanti ma pronte ad esplodere se solo glielo chiede il suo popolo. Contaminazioni varie, quindi, contiene la pittura di Gaglione, che non soffre di eccessivo astrattismo, ma ricorre ad un lucido e utile pragmatismo, intriso di passione ed emozioni. Basta questo per fare della pittura un’arte che racchiude il massimo del segno iconografico che connota un sentimento? Noi pensiamo di si. Nulla viene fatto se non c’è prima il cuore e poi il cervello. Le due cose, come in tutto ciò che è (di)mostrare e comunicare, sono destinate ad incontrarsi, per poi sciogliersi in colori e profondità sulla tela. In Cuono il matrimonio cromatico-emozionale si fa rito ideologico e passione politica. Si rinnova, con le sue composizioni, il miracolo della realtà che si ferma in un’immagine, della luce che si fa manifesto di vita e di gioia, in un contesto di lacrime, sangue e nostalgia. Se Cuono è riuscito a comunicare tutto ciò, allora la sua è vera arte.

 

"Cuono Gaglione" di Umberto Bonincontro

« . . . Gaglione si può annoverare tra i neo-surrealisti della pittura Italiana Moderna. Dopo essere passato da uno studio macerato dai cosiddetti Fauves e dai marcati cenni dell'espressionismo, al delicato e poetico mondo degli impressionisti di chiara marca di.scuola Napoletana, oggi, Gaglione è tra le rivelazioni dell'arte italiana, per aver fuso le tendenze assimilate in precedenza, in un inconfondibile e personale stile tecnico-pittorico, unico nel suo genere; infatti non esiste figura da lui ideata che non chieda amore, pace e solidarietà, in un contesto cromatico vivace e pacato nello stesso tempo, ma anche incredibilmente cupa, soffocata dalle vicende dolorose che oggi opprimono l'uomo nel suo farsi e disfarsi...»

 

 "Cuono Gaglione" di Anna Maria Scheible De Vito
 
Le rappresentazioni interpretate da questo artista rivelano estro creativo, amore per l'arte e grande sensibilità verso i problemi sociali e umani. Attraverso un linguaggio vivo e comunicativo ed una personale tecnica,i suoi colori, psicologicamente selezionati, abilmente trasfondono sulla tela nelle figurazioni, visioni di sentimenti, di stati d'animo e di condizioni esistenziali del meridione italiano.

 

 

"Cuono Gaglione" di Valentina Gaglione

 

 

L’ultima produzione di Gaglione è una vasta raccolta d’opere dove si evidenzia tutta la meridionalità, intesa come sentimenti, sensazioni e stati d'animo, di cui artista napoletano da qualche tempo inserito in terra di Sicilia.
Questi quadri, queste "finestre" aperte sul meridione, richiamano l'accostarsi di due tempi: quello fermo della nostra memoria, pullulante esclusivamente di ricordi e quello in movimento del reale, che scorre incondizionatamente non curante dei nostri processi mentali.
L'eccessiva generosità dei colori, spesso caldi, il loro ricondurci ad atmosfere luminose e soleggiate, ad essenze affioranti, tendono a celare la malinconia di fondo dei soggetti, su cui ricade una profonda riflessione; una lente d'ingrandimento che pone il suo fuoco sui problemi che spesso affliggono l'umanità, sugli ostacoli invalicabili che da sempre si ostinano sulla gente del Sud.
Ecco che, nell'itinerario dell'esposizione, gli svariati soggetti parlano anche chiaramente, enucleano le diverse "verità" della vita, le gioie e i dolori, che, anche nell'ipocrisia, beffardagine e ironia, la rendono pur sempre vita.
Dai "Pulcinella" agli "Eduardo", dai "paesaggi" alle "nature morte", si espleta,in queste opere, un forte espressionismo, tutte sintesi e nello stesso tempo analisi dei diversi momenti dell'essere.
Esiste un filo conduttore tra il "Pulcinella" e l"'Eduardo"; entrambi rappresentanti di teatralità e, così come l'esistenza spesso è finzione, ciò che accade sul palcoscenico, a volte prende in prestito gli avvenimenti dalla vita stessa.
Pulcinella, non vive solo sulla scena, ma è anche la maschera che ogni uomo indossa per nascondere a se stesso il succedersi, suo malgrado, degli eventi; è la maschera che indossiamo per la paura di rinunciare ai sogni, il personaggio che impersoniamo per non "crescere", ma in fine è anche quella che ci permette di continuare. Quando tutto il resto fuori ci delude, rappresenta il nostro piccolo mondo, l'alcova dove amiamo rifugiarci, la parte più nascosta di noi stessi.
Ma Pulcinella è anche quella maschera tradizionale napoletana che molte volte, il grande Eduardo De Filippo, con le sue eccellenti doti interpretative, ci ha regalato nelle sue commedie, le stesse cui noi abbiamo sorriso.

 

 Un figlio di Acerra porterà in Europa la testimonianza dell'appartenenza a Dio con la sua pittura" di Mons. Antonio Riboldi Vescovo Emerito della Diocesi di Acerra

Carissimo Cuono,
premetto il mio orgoglio di saperlo "figlio di questa piccola città di Acerra che tra le tante sofferenze o piaghe, se vogliamo - ma dove non ci sono speranze e angosce, gioie e malvagità e ingiustizie nel mondo? Ha generato tuttavia figli di grande valore religioso, umano
e culturale o artistico, come lei.
Non è facile emergere nel campo dell'arte, fino al punto da essere invitato in questo semestre di presidenza dell'Italia, ad un "Vernissage di arte pittorica" a Bruxelles. Bisogna davvero avere espresso maturità e bellezza tale da meritare un podio in Europa. E conoscendo, anche se in parte, la sua vita di artista nel mondo, posso testimoniare che merita veramente l'onore che gli è stato dato.
Si sta discutendo tanto in questi tempi sulla costituzione prossima della nuova Europa, ossia quell'anima in cui riconoscersi tutti. Pare che pongano difficoltà a riconoscere che l'Europa ha un'anima costruita dai popoli in duemila anni della sua storia: un'anima che ha il nome di Cristo, Figlio di Dio. Un'anima che se si conserva e su lei ci si modella non si può che pensare ad un futuro tutto fondato sulla giustizia, sulla libertà, sulla solidarietà e sulla verità, che sono i cardini della pace.
La stessa arte in Europa è tutta un inno alla sua fede in Cristo: è il suo vanto è la storia della fede dei popoli nei secoli.
La sua stessa arte, carissimo, trae le sue origini da questa meravigliosa terra napoletana, che non ha sempre coltivato, pure tra tante sofferenze, anche oggi, il suo animo che ha tante sfumature d'arte. E' come quella canzone che un giorno irritò il Re Ferdinando, come e nelle commedie di De Filippo, mi pare. E quando fu chiesto chi ne era l'autore rispose: "Maestà, a Napoli il popolo è l'autore: difatti la canzone altro non è che una nota che esce da una via, un'altra da un vicolo e via dicendo, fino a diventare musica di popolo".
E credo, caro Cuono, che la sua arte sia quest'anima che ha raccolto dalla preziosa magia napoletana, italiana, ma soprattutto cristiana di cui è piena la tua educazione, la tua vita, la tua esperienza.
E l'Europa ha bisogno di ritrovare quest'anima. Scrive il Santo Padre nella stupenda enciclica Chiesa in Europa: Per dare nuovo slancio alla propria storia, l'Europa deve riconoscere e ricuperare con fedeltà creativa quei valori fondamentali, alla cui acquisizione il Cristianesimo ha dato un contributo determinante, riassumibile nell'affermazione della dignità trascendente della persona umana, del valore della ragione, della libertà,della democrazia, dello Stato di diritto." L'Europa è chiamata a ritrovare la sua identità" (E.E.n.109).
E' davvero una grande e stupenda opera quella che lei sta compiendo in Europa. Le faccio tanti auguri da questa "sua" città che amo tanto. E l'accompagni sempre l'amore di Dio che è sempre vicino ai suoi figli e ai suoi figli dà quei doni che in lei è la creatività artistica.
La benedico di cuore.

 

 

CUONO GAGLIONE - Graziella Ardia


L'artista PER FESTEGGIARE I SUOI PRIMI CINQUNT'ANNI DI CARRIERAha esposto al castello Baronale in dicembre. I paesaggi delle sue opere raccontano le sue emozioni, bandendo la banale veduta delle cose.


Il 7 dicembre, l'artista Cuono Gaglione, ha celebrato, nella sua città natale, i suoi primi 50 anni di carriera artistica, con la mostra personale tematica dedicata a Pulcinella (nella foto un'opera).
Sabato sera a cornice di un successo strepitoso della mostra "Pulcinella il viandante" si e' esibito il gruppo "Napulitanica" con il Fernando Galano. Il pubblico presente ha sottolineato con numerosi applausi alcuni antichi canti della tradizione napoletana accompagnando e cantando insieme all'artista Galano.

Cuono Gaglione, è nato ad Acerra nel 1947 e vive a Ragusa, la sua passione per la pittura nasce nel 1959, studiando all'Istituto d'arte di Napoli e frequentando anche il Magistero di pittura dal 1965 al 1971.
Le sue opere sono sparse in tutto il mondo ed in Italia ha avuto grandi successi. Ha partecipato alle più grandi rassegne nazionali ed estere ricevendo numerosi riconoscimenti.
Gaglione è una persona squisita, sensibile e buona, le sue opere si collocano sull'asse più classico e vigoroso di una moderna sensibilità coloristica, unita ad una rigorosa visione della realtà, trasfigurata attraverso una personalissima e intensa empatia che la lega a luoghi, a cose e a oggetti quotidiani.

Nei suoi dipinti aleggiano atmosfere e colori che denotano una solida formazione artistica che riecheggia, spesso, i ricordi e le calde e atmosferiche pitture della grande stagione coloristica e la pittura impressionista e post-impressionista. Si tratta però di una trasposizione emozionale che agisce a livello inconscio, che produce una sorta di manifestazione moderna del colore, unita a un altrettanto rigorosa ricerca delle forme e dei particolari e li carica di magica simbologia.

Per Cuono, un paesaggio non è mai sempre e solo una raffigurazione, una banale veduta di cose, perché dietro si cela un universo semantico che rimanda a significati profondi e duraturi che appartengono alla sua sfera emozionale.
Le sue opere, le ritroviamo in numerose collezioni pubbliche e private sparse nel mondo, come Parigi, New York, Dublino, Napoli, Venezia, Norimberga, Brooklyn e numerosissimi piccoli comuni sparsi dal nord al sud d'Italia.